Solidarietà della moda al popolo ucraino

Solidarietà della moda al popolo ucraino

Il mondo della moda si stringe al popolo ucraino, bombardato dalla Russia. Si moltiplicano gli attestati di vicinanza e le iniziative di solidarietà.

Indignazione e solidarietà, anche il mondo della moda si schiera contro le bombe in Ucraina 

I bombardamenti russi in Ucraina sono iniziati proprio in concomitanza con due importanti fashion week, quella di Milano e quella di Parigi. Le case di moda hanno fatto sentire la loro voce contro il conflitto, a sostegno della popolazione sotto attacco. Numerose le iniziative di solidarietà, da Armani a Balenciaga, da Valentino a Gucci.

 

Show must go on, cantava Freddy Mercury. La necessità di andare avanti con lo spettacolo, però, non può significare voltarsi dall’altra parte, soprattutto quando a reclamare attenzione è una guerra atroce e improvvisa. Il 24 febbraio, quando la Russia ha deciso di dare il via ai bombardamenti sull’Ucraina, a Milano era in pieno svolgimento la settimana della moda, appuntamento internazionale dedicato alla presentazione delle nuove collezioni da parte dei principali marchi. Nonostante l’angoscia per le notizie provenienti dall’est Europa, si è scelto di proseguire con le sfilate e gli eventi in programma. D’altra parte, come ha spiegato Ralph Toledano in apertura della kermesse parigina, “lo spettacolo può proseguire con solennità e sobrietà, e può essere uno spunto di riflessione in questi tempi oscuri; l capacità di esprimersi creativamente si basa sul principio di libertà, e il ruolo della moda è quello di contribuire all'emancipazione individuale e collettiva nelle nostre società”.

Da Armani a Balenciaga, la moda abbraccia l’Ucraina

Stilisti e addetti ai lavori, però, non hanno esitato a far sentire la loro voce contro il conflitto e a sostegno della popolazione ucraina. Il primo grande nome a lanciare un messaggio netto è stato Giorgio Armani, che ha deciso di far sfilare le proprie modelle in un silenzio assoluto. Niente musica, niente suoni, solo il ticchettio delle scarpe sulla passerella. Una scenografia muta, segno di dolore e rispetto. Chiara e nitida anche la posizione espressa da Balenciaga a mezzo social. A poche ore dall’esplosione del conflitto, infatti, l’account Instagram della celebre casa di moda è stato svuotato di tutte le vecchie foto e sul feed è apparso un unico post, con i colori della bandiera dell’Ucraina. Inoltre, nelle storie vengono regolarmente diffuse notizie sul conflitto.

Si moltiplica la solidarietà per profughi e rifugiati 

Al di là dei gesti simbolici, con il passare dei giorni si moltiplicano anche le iniziative solidali. Valentino, ad esempio, in associazione con la Camera nazionale della moda italiana ha donato mezzo milione di euro per sostenere l’azione dell’UNHCR in Ucraina, impegnata nella salvaguardia delle vite umane e nella tutela dei diritti dei rifugiati. Alla stessa organizzazione delle nazioni unite è arrivata una cospicua donazione da parte di Kering, casa madre di Balenciaga. Scelta analoga anche per Gucci. La maison italiana, infatti, attraverso la sua Chime for Change, campagna permanente contro la discriminazione di genere, ha scelto di donare 500mila euro alla stessa UNHCR. Cifre importanti, che consentiranno di far arrivare in Ucraina e nei paesi confinanti aiuti di prima necessità, come coperte, stuoie per dormire, tende per famiglie, kit per l’inverno, sacchi a pelo, taniche d’acqua, articoli per la salute e l’igiene, kit per bambini e lampade ad energia solare.